Questo è un mio articolo pubblicato per MandamentoNotizie, un giornale locale.
Negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più computer a basso prezzo, che hanno il nome di Arduino, Beaglebone, Raspberry,ecc. e che hanno un costo minimo, intorno ai 50€, neanche un telefonino.
Questi computer vengono utilizzati tra gli appassionati, le università e le aziende per sviluppare il cosiddetto IoT (Internet of Thing, in italiano: internet delle cose), ma possono essere utilizzati anche per altro.
L’UNICEF in Libano, nei campi dei rifugiati siriani, organizza corsi dove i ragazzini utilizzano questi piccoli computer per imparare scienza, matematica e le basi dell’utilizzo dei computer. Io direi che è anche un bel modo per distrarsi dagli orrori della guerra.
Dato che questi computer costano poco, perché non iniziamo ad usarli anche nelle nostre scuole? Non dico un computer a bambino, so che i fondi che ci sono, sono destinati ad altro e poi per fortuna iniziano a diffondersi dei corsi organizzati da volontari: i coderdojo. Io dico, iniziamo almeno ad usarli al posto dei vecchi video-registratori o dei lettori DVD.
Immaginate una maestra che vuol far vedere un video ai suoi alunni, potrà subito farlo: basta attaccare la penna, poi collegare la Tv e via. Oppure potrà utilizzarlo per rendere la lezione più interattiva e quindi più interessante per i ragazzi, facendo vedere dei disegni, dei dipinti o per far ascoltare della musica… Le opzioni sono molte, basta la fantasia.