Quarta rivoluzione Industriale o Industry 4.0?

Ultimo aggiornamento: 11-10-2016

E’ già da qualche anno che prendevo nota di articoli e link che parlano della completa robotizzazione della fabbrica e di questa politica portata avanti non solo dalle grandi Corporations ma anche da Stati tra cui la Germania.
L’articolo non l’aggiornerò più, ormai dell’argomento se ne parla ovunque.
Tengo a avvisare che nell’articolo cito intellettuali socialisti e quindi se avete altro orientamento politico  decidete voi se continuare a leggere o meno.

Grandi pensatori del nostro tempo stanno dibattendo già da un pò sulle conseguenze che l’intelligenza artificiale (IA) e la robotica provocheranno sui posti di lavoro e quindi sulla nostra società.

Ultimamente Stephen Hawking sta portato avanti il discorso della robotica che provocherà maggiori diseguaglianze, se non ci sarà una re-distribuzione delle ricchezze.

everyone can enjoy a life of luxurious leisure if the machine-produced wealth is shared – or most people can end up miserably poor if the machine-owners successfully lobby against wealth redistribution


L’industrializzazione ha sempre portato meno gente a lavorare nelle fabbriche, per esempio in Europa, dal 1993 al 2006, si è avuto una diminuzione del 8% dei posti di lavoro proprio in quei settori che si sono automatizzati di più (fonte).
Magari potete anche parlare con i vostri amici e parenti di una certa età, che vi diranno cose del tipo che negli anni ’50 c’erano decine di persone a lavorare nelle fabbriche di conserve, per poi scendere man mano, fino alla chiusura o allo spostamento in altre parti del mondo. Per non parlare del lavoro nei campi, semplificato di molto dalla tecnologia, che richiede sempre meno mano d’opera.

In questi giorni da Davos, arriva notizie che sostengono le preoccupazioni di Hawking, la quarta rivoluzione industriale: si calcola che nel prossimo futuro si perderanno 5 milioni di posti di lavoro (7 effettivi meno 2 creati).
Ora il problema è: ma quali posti andranno persi?  Vari articoli dicono che

ad essere particolarmente colpito dall’avanzare della robotica e dell’intelligenza artificiale sarà il settore amministrativo con le macchine intelligenti che si faranno carico di compiti di routine. Ma l’impatto si vedrà anche su telemedicina, energia e servizi finanziari

e per contro, nuovi posti di lavoro si avranno perchè

l’automatizzazione porterà una crescente domanda di alcuni lavori qualificati tra cui gli analisti di dati e gli addetti alle vendite specializzati

Quindi per Klaus Schwab, il fondatore del World Economic Forum,

sarà fondamentale la riqualificazione e l’aggiornamento professionale dei lavoratori

Valli a riqualificare 5 milioni di persone…

Il reddito minimo

Laurie Penny affronta anche lei questo discorso in un suo articolo (versione eng o ita), dell’Ottobre 2015, partendo dalle parole di Hawking. Lei è ottimista per quanto riguarda la tecnologia: cita due libri Rise of The Robots e Humans Need Not Apply nei quali viene detto che il 60% del lavoro in USA può essere robotizzato, però dice anche che sarà la fine dei lavori monotoni e ripetitivi a cui molti sono obbligati. Infatti lei, citando sempre i due libri, indica quale unica soluzione possibile  l’introduzione del reddito minimo.
Se questo non sarà introdotto, ci si potrebbe avviare verso la disoccupazione di massa e

se nessuno potrà permettersi di acquistare i beni e i servizi prodotti dai robot, i mercati crolleranno

fino a arrivare a scenari da film

la plutocrazia potrebbe isolarsi in comunità chiuse protette da droni e robot armati

Però lei è pessimista sul capitalismo, in quanto questo non permetterà mai a una redistribuzione delle ricchezze. E potremmo arrivare al punto di dover fare scelte radicali, come si sta facendo ora per la crisi ambientale che sta provocando l’aumento del livello dei mari, l’inquinamento nelle città che causa sempre più morti,  lo spostamento  e la distruzione delle colture, ecc..

La globalizzazione

Però non tutti la vedono così, David Graeber nel 2012 in “Of flying cars and the declining rate of profit” (versione ita o eng) , parla di questa questione partendo da discussioni simili fatte negli anni settanta:

Tra gli anni settanta e ottanta le discussioni sulla fine del lavoro erano frequenti e i sociologi riflettevano su che cosa sarebbe successo delle lotte popolari guidate dalla classe operaia, una volta che la classe operaia fosse scomparsa…Invece è successo che la diffusione degli strumenti informatici e i nuovi modi di organizzare i trasporti (le spedizioni in container, per esempio) hanno fatto sì che le stesse attività industriali non scomparissero ma fossero trasferite in Asia orientale, in America latina e in altre aree dove la disponibilità di manodopera a basso costo permetteva l’impiego di linee di produzione molto meno sofisticate dal punto di vista tecnico di quelle che si sarebbero dovute adottare da noi.

E si chiede

Come mai la progettata esplosione della crescita tecnologica che tutti si aspettavano non si è verificata? Ci sono due possibili spiegazioni.
O le nostre aspettative sul ritmo dei cambiamenti tecnici erano irrealistiche  oppure non lo erano

In effetti, in passato, si è subito un calo dei posti di lavoro nei paesi Occidentali non a causa dell’automazione, ma per lo più  a causa della globalizzazione che ha portato ad aprire fabbriche in Asia (e quando nell’ancora a più basto costo Africa?).
Solo che negli ultimi anni, si è avuta quella crescita tecnologica che potrebbe far sostituire gli uomini con i robot: con la Brexit si pensa che molti  lavoratori immigrati saranno sostituiti da robot (fonte).
Anche in Asia, soprattutto in Cina, si assiste alle robotizzazioni delle fabbriche. Gli esperti stimano che il 35% dei lavorati saranno sostituiti dai robot nei prossimi 20 anni (fonte), infatti come ha affermato Ed Rensi, ex CEO McDonalds negli USA: “E’ più economico comprare un robot da 35.000$ che assumere un operario a 15$ l’ora” (fonte).

L’industria 4.0

Ma negli ultimi anni in Europa dei posti di lavoro  si sono recuperati , in parte, con stipendi minori tramite la diffusione dei mini-job, dei contratti part-time e ultimamente anche della così detta GIG Economy (lavoretti per arrotondare o lavoretti come primo lavoro) che hanno causato sempre più instabilità tra i giovani e quindi nella società che è diventanta sempre più liquida, come direbbe Zygmunt Bauman.
Ma oltre a questo c’è altro? La Germania e quindi l’Europa, già dal 2010 (circa) si è messa all’opera per la prossima rivoluzione industriale, l’Industria 4.0, l’industria legata all’Internet of Things (IoT) dove

non sarà tanto importante essere grandi quanto essere flessibili e veloci nella risposta ai cambiamenti

e si avrà

 un sistema di produzione diffuso, delocalizzato e in molti punti carsico, immateriale

In un intervista al Il Sole24 Ore Marco Taisch, Professor of Advanced & Sustainable Manufacturing and Operations Management del Politecnico di Milano, spiega di preciso gli ingredienti della prossima rivoluzione:

la rivoluzione cui è chiamato il mondo manifatturiero non è solo Industry 4.0, e quindi la digitalizzazione delle varie anime della fabbrica. È anche servitizzazione (e quindi il passaggio dalla logica di prodotto a quella di servizio), è economia circolare, è l’adozione di tecnologie per la gestione dell’intero ciclo di vita del prodotto/servizio.

Però per far questo si dovranno mettere migliaia di miliardi e aspettare un ritorno in occupazione dalle piccole e medie imprese (dicono che non è per le grandi imprese), infatti la 4.0

nei prossimi dieci anni porterà un aumento di occupazione del 6%, cioè fino a 390mila posti aggiuntivi. Con picchi del 10% nel settore dell’ingegneria meccanica e dello sviluppo di software e It (Information technology).

Un esempio tangibile della 4.0 è l’esempio della Piusi, come scrive Linkiesta.it, dove la robotizzazione ha reso l’azienda  competitiva con il basso costo cinese e ha anche fatto crescere gli occupati, che dai 140 dipendeti del 2008 sono diventanti 220 nel 2016.

Il nostro futuro

Quindi quarta rivoluzione industriale o Industry 4.0? Si perderanno o aumenteranno i posti di lavoro? Nel dobbiamo iniziamo già a ragionare sul reddito minimo, come hanno fatto gli Svizzeri? Da dove si prenderanno i soldi e quali ricadute si avranno sulla società? Se a un giovane dai 800€ al mese, questo non lavorerà più, si cercherà lo stesso un lavoro o si dedicherà alle sue passioni?
Secondo me, un’altra possibile conseguenza è la diminuzione delle nascite nei paesi occidentali con alta disoccupazione giovanile, come sta accadendo all’Italia.
Questo non potrebbe essere un problema a leggere le parole di Bill Gates, che intervistato sull’automazione che fa diminuire i posti di lavoro (fonte), prima parla di una necessità di riqualificazione del lavoro e poi fa notare che “finchè le classi  avranno 10 bambini e le persone possono andare in pensione a un’età ragionevole e avere lunghe vacanze, l’automazione non dovrebbe creare un problema“.

Di diverso parere è Olivier Scalabre che in un TED talks è ottimista, per lui la 4° rivoluzione industriale farà tornare la crescita economica.

Update

Gennaio 2016: prima versione dell’articolo

1 Maggio 2016: Leggendo l’articolo del manifesto Il manifesto dei robot per il reddito di base, sono venuto alla conoscenza del suddetto manifesto e cercando per la rete ho scoperto il sito web Trascendo, dove l’autore parla continuamente del tema della robotizzazione del lavoro, un sito da seguire.

5 Maggio 2016: La manifestazione del 30 Aprile in Svizzera da parte di Basic Income Switzerland (cercate i vedo su Youtube), l’attenzione dei media tecnofili si è concentrata sul reddito di base e infatti Riccardo Luna ha scritto un articolo al riguardo e ha intervistato Paul Graham, il filosofo creatore di Y Combinator

26 Maggio 2016: La Foxcoon ha ridotto di 60.000 unità i suoi impiegati, sostituendoli con robot. Questa politica è portata avanti, negli ultimi anni, da molte fabbriche in Cina (fonte BBC)

4 Giugno 2016: Al Festival dell’Economia di Treno si parla di Web, robot e la fine del lavoro con Giuliano Poletti, Linda Laura Sabbadini e Riccardo Staglianò.

5 Giugno 2016: E’ stato bocciato il referendum svizzero sul Reddito di Cittadinanza (fonte)

13 Giugno 2016: Articolo de Linkiesta.it su un esempio di industria 4.0 in Italia: la Piusi

29 Giugno 2016: Mady Delvaux al Parlamento Europeo ha presentato una mozione che vuole dare ai robot personalità legale, così da farne lavoratori che paghino i contributi. (articolo)

6 Luglio 2016: Pubblicata l’indagine conoscitiva della commissione Attività produttive della Camera su Industria 4.0 (articolo)

Approfondimenti e altri articoli

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