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L’economia di Internet spiegata agli italiani medi.

Scrivo di tre concetti che per me sono le basi per capire come funzione l’economia del web e dei mestieri che ci girano intorno.

    1. Dire che il sito guadagna quando una persona ci naviga è come dire che il centro commerciale guadagna quando uno va a farsi una passeggiata.
      1. Ma se il sito è pieno di pubblicità?” Online ci sono due tipi di pubblicità: una come quella che vedi per strada dove si paga lo spazio, l’altra, che si chiama pay-per-click, fa guadagnare solo quando ci cliccate sopra.
    2.  Quando si fanno i siti web o le app ci vogliono (almeno) due ruoli professionali: il designer e lo sviluppatore. Il designer è quello che fa la grafica, lo sviluppatore è quello che fa funzionare il tutto.
      1. Perché non una sola persona? C’è chi riesce a fare entrambe le cose, ma di solito uno è più bravo in una sola, almeno per l’esperienza che ho avuto.
      2. Ma non servirebbe solo la grafica bella?” No! Per farvi capire il perchè, faccio una similitudine con una pizza. La prima cosa che colpisce di una pizza è l’aspetto estetico e l’odore. La grafica dell’app. Poi però la devi provare, si deve vedere che sapore ha. E questo è il funzionamento. Così come uno mangerebbe mai un pizza dal bell’aspetto ma dal cattivo sapore, così uno non userebbe mai un’app che è bella ma che non funziona come dovrebbe.
    3. Ultimo concetto, ma non per importanza: “Ma che ci vuole a fare un app!?” Nella nostra società si dà molto valore alle cose materiali, quelle che si toccano con mano. Nel mondo dell’economia di Internet si ha a che fare  con cose immateriali (e-commerce esclusi). Forse è per questo che uno può dare poco valore al lavoro degli informatici. Una cosa che non si considera  è il tempo di realizzazione e l’esperienza. Lo sviluppatore ci mette ore per produrre un’app o un sito e quindi si fa pagare il tempo speso, proprio come una babysitter o un idraulico o un operaio. A questo si deve aggiungere anche l’esperienza, che è maestra di vita e ti aiuta a risolvere i problemi o a fare le cose più velocemente, soprattutto quando nel passato hai già fatto quelle cose e hai fatto errori da cui hai imparato! Poi se dai tuoi errori non hai imparato nulla, sono fatti tuoi!

Grazie per l’attenzione!

OpenSource

Cosa significa OpenSource? Citando Troisi ne Il Postino: “Don Pablo, la poesia non è di  chi la fa. E’ di chi gli serve”  e sostituendo la parola poesia con software, un’idea chiara la si può avere.

Per chiarirvi di più le idee guardatevi questo bel documentario: revolution OS, per avere un riassunto sulla genesi del movimento Free Software e poi su quello OpenSource.  (c’è anche revolution os 2 basta cercarlo)

Ecco i testi citati nel documentario:

Perchè scrivere un simile post? Ho seguito un convegno sulla teoria dei giochi dove spiegavano che una strategia collaborativa è meglio di una individualistica sul lungo termine, quindi spero che in un prossimo futuro, anche in Italia, si possa creare lavoro grazie all’OpenSource (bhè a dire il vero già oggi grazie a: wordpress, drupal etc.. un bel pò di webmaster lavorano o alle webfarm che usano Linux o le *BSD, ma è ‘poca’ cosa rispetto ai Big dell’IT) , grazie alla collaborazione ed alla diffusione della conoscenza (citando Stallman e la sua etica hacker: “knowledge should be shared with other people who can benefit from it”).

Spero che questo post sia un altro passo in avanti in questa direzione.