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OnLife: tra il digitale e l’analogico

I Bug del Neoliberismo: Snowden, Hacking Team e altre storie

Ultimo aggiornamento: 01-12-2016

EDIT  Novembre 2016: nel film su Snowden, in cui si mette in evidenza il fatto che lui non era a metà tra NSA e società esterne: Snowden era uno cresciuto e che si trovava a lavorare sempre tra CIA e NSA. Quindi le parti che vedete cancellate, lo sono state fatte dopo che ho visto il film e quindi mi son documentato meglio. Scusate!

È già da un pò che volevo scrivere questo post, ma ora che Phineas Fisher ha fatto trapelare come ha violato Hacking Team dopo aver fatto lo stesso con FinFisher, mi sembra sia arrivato il momento giusto.

Cosa centrano Snowden e Hacking Team nella stessa frase? Ciò che li collega è il neoliberismo. Entrambi i casi sono potuti nascere grazie al contesto economico contemporaneo che ha delegato questioni importati per lo Stato (come la sicurezza nazionale) ai privati, in modo da ridurre le spese. Ma come si dice a Napoli “lo sparagno non è mai guadagno!” che in italiano sarebbe: spendere di meno non è sempre vantaggioso.

Non sta a me dire che la sorveglianza e l’ascolto di soggetti pericolosi è essenziale nelle operazioni di polizia e di sicurezza e infatti negli ultimi anni NSA e le agenzie di sicurezza del mondo stanno investendo sempre più soldi per i software di sorveglianza o addirittura in centri di raccolta dei dati.

Questa richiesta di strumenti di spionaggio da parte di Stati, e penso anche di grandi aziende, ha fatto nascere un ricco business e quindi, anche società di sicurezza informatiche, molte delle quali sono diventate famose per loro sfortuna, ricordo i casi di Hacking Team e di FinFischer, alle quali hacker(s?) hanno sottratto informazioni importanti.

Gli strumenti di spionaggio non sarebbero un problema finquando tutte le intercettazioni siano gestite, in contesti democratici, da organi esterni alle agenzie di sicurezza, come può essere la magistratura in Italia, che in base a delle prove decide di far intercettare o meno una persona. Ma dato che le aziende produttrici di questi software sono private, queste potrebbero vendere a chiunque, anche in presenza di leggi che ne regolamentino la vendita (come il Wassenaar Arrangement). Questo è un “bug” grave del nostro sistema economico.

Dal mio punto di vista i software di sorveglianza di massa e altre questioni importanti come la gestione della rete elettrica e telefonica, dovrebbero essere gestiti solo da enti governativi, per una questione di sicurezza nazionale e di democrazia. Software per la sorveglianza sono stati venduti a paesi non democratici da aziende private per questioni di business. Se invece, lo sviluppo di questi software fosse affidato allo Stato, questa situazione non ci sarebbe, essendoci un controllo più stretto sulla vendita e questa non sarebbe certamente legata a questioni economiche.

Però la gestione esterna allo stato di questioni nazionali importanti, causata dal neoliberismo, potrebbe avere anche dei bug positivi, come nel caso di gole-profonde che decidono di parlare se vedono qualcosa che non va. Snowden è il caso più eclatante, proprio perchè era un dipendente di una società privata che lavorava per NSA, il quale vedendo a che brutto punto era arrivata la sorveglianza di Stato, ha fatto trapelare tramite Wikileaks quello che poteva. Snowden lo considero un bug del neoliberismo, proprio perchè era un lavoratore esterno ad un’agenzia di stato. Se fosse stato un interno, come un soldato, non so quanto e se si sarebbe mai saputo qualcosa. Infatti Manning è uno dei pochi casi in cui un soldato è andato contro il proprio Stato avendo assistito a un’ingustizia impunita.

E voglio poi ricordare che Snowden essendo un esterno e neanche di alto rango, di sicuro non aveva accesso a tutte le informazioni e le tecniche sulla sorveglianza di massa che ha NSA!

La sicurezza è importante ma la sorveglianza di massa, in cui tutti possiamo essere spiati indistintamente, la vedo sempre più come una gabbia inutile: basta scrivere qualsiasi cosa sui social, che subito potresti diventare una minaccia per i software di sorveglianza di massa (si veda il documentario Termini e condizioni che vengono applicati se click accetto), ma allo stesso tempo cellule terroristiche si organizzano per fare attentati e nessuno capisce come fermarle.

Forse una soluzione a questa situazione sarebbe quella che noi occidentali pensassimo più alle nostre democrazie e meno a quelle degli altri.

Approfondimenti:

 

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È solo un cartone animato Mario!

Ultimo aggiornamento: 18-06-2016

Ecco un mio breve brano satirico che che ho scritto qualche tempo (pubblicato su Medium) sulla vicenda Adinolfi-KungFuPanda :
Ci sono situazioni brutte in cui mi trovo spesso a mio malgrado, sitazioni in cui non vorrei capitare ma mi ci trovo perchè non chiudo la bocca. Una di queste situazioni c’è stata mentre vedevo il film (per bimbi) “Hotel Transylvania”, con precisione mentre vedevo la scena in cui il pipistrello insegue l’aereo

hotel_transy

a quel punto ho pensato ad alta volce: “Ma come fa un pipistrello ad andare veloce come un aereo!?! ”. Immediatamente mi son sentito sgridare da Tizio (non scriverò il suo vero nome per privacy) che stava a fianco a me e che mi diceva: “Ma è solo un cartone animato!! Che vai a pensare!”.

E infatti… c’ha ragione, che vado pensando! Quindi anche io, grazie a quest’evento della mia vita, sono arrivato a quel punto dove uno decide che non si deve vedere più i cartoni animati; io l’ho deciso non perchè non ho più l’età, ma perchè mi faccio troppi problemi sulla coerenza della sceneggiatura.

Però come fan tutti con le diete o con le altre promesse che uno si fa, ho trasgedito rivedendo Nemo. E infatti verso la fine del film (spero che l’abbiate già visto tutti) ci sono riscascato. La cosa mi è capitato quando c’è la scena degli amici di Nemo nell’acquario che riescono a scappare

nemo_escape

Quando i pesci sono arrivati in mare, a quel punto, non solo mi son fatto mille domande sulle cose non spiegate dalla sceneggiatura del film, anzi, un pensiero mi ha fatto venire pure l’angoscia: “Nell’acquario c’è l’acqua dolce… in mare l’acqua è salata… una volta usciti dalle buste… MORIRANNO!!!”. E lì mi prende un’angoscia che non vi dico…ma fortunatamente mi son ricordato delle sagge parole di Tizio: “è solo un cartone animato”, che mi hanno calmato. Da allora ho deciso che se capita vedrò i cartoni, ma che lì devo vedere con spensieratezza, o almeno ci devo provare!

Poi nell’ultimo periodo ho anche scoperto che non sono l’unico ad avere un problema del genere! Anche Mario Adinolfi ha avuto una crisi come la mia sentendo della trama di “Kung Fu Panda 3”.


Dato che mi sono trovato già in questa situazione e so come comportarsi, ho un consiglio da dare al caro Mario che potrebbe aiutarlo: è solo un cartone animato!!

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Birgitta Jónsdóttir e La Democrazia nell’era digitale

Ultimo aggiornamento: 20-06-2016

Questa è la traduzione di un testo del Gennaio del 2015 di Birgitta Jónsdóttir, leader del Partita Pirato Islandese, che molti pensano possa diventare la prossima Primo Ministro Islandese. Ho fatto la traduzione affinchè anche chi non conosce l’inglese può informarsi e capire le idee e la storia che l’hanno mossa.
Il testo tratta delle sue visioni sulla Democrazia diretta nell’era digitale, sulla persona digitale e la sua privacy, e su ciò che ha già fatto Birgitta in Islanda.

Il testo originale è questo su New Internationaliste Megazine. Nella traduzione, corretta da Antelox che ringrazio, potete notare delle parole in corsivo e tra parentesi, quelli sono i termini usati nell’articolo originale, li ho lasciati per far capire meglio il senso. Inoltre, sempre tra parentesi, dove vi è ndt (nota del traduttore) ci sono le mie note.

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Diffamazione a mezzo web

Questo post è una raccolta delle varie notizie sui reati di diffamazione effettuati via web: poichè, secondo il mio parere, si dovrebbe legiferare in modo razionale sull’argomento Internet e ritenerlo, come è, un mezzo di comunicazione al pari di telefono, radio e tv, e quindi punire chi commette reati su tale mezzo, come ad esempio diffamare in un commento facebook.

[02/03/2016]
L’insulto su Facebook è diffamazione aggravata : secondo la Cassazione, l’uso della bacheca Facebook integra un’ipotesi di diffamazione aggravata poiché ha potenzialmente la capacità di raggiungere un numero indeterminato di persone.[fonte]

[12/12/2012]
Una donna di Airola (Benevento) é stata condannata dal Tribunale di Benevento per diffamazione, reato aggravato perché commesso a mezzo Facebook.[fonte]

[16/10/2012]
Una ragazza di Livorno, dopo essere stata licenziata dal suo datore di lavoro, s’è sfogata su un social network. Il suo datore di lavoro venedo a sapere di ciò, l’ha denunciata per diffamazione a mezzo stampa ed è stata condannata.

Il legale della ragazza commentando l’esito ha detto: “In questo modo, il pubblico ministero ha messo sullo stesso piano la capacità di diffusione e di danno all’immagine di un social network a quella di un giornale oppure di una televisione”.[fonte]

Ultimo aggiornamento: 11-10-2017

Ultimamente nel blog posto articoli, presi qua e là, che parlano di tecnologia e che reputo interessanti e fonte di discussione. Questa volta riporto un’editoriale di qualche settimana fa, in cui Giovanni De Mauro parlava di come la tecnologia e soprattutto i social network stiano modificando i nostri comportamenti e quindi la nostra società.
Nel parlare di quest’argomento, lui cita un ritaglio di giornale che è di un’ironia pungente e che sta girando per il web. Il pezzo è un ottimo riassunto (stile una parabola, và..) del nostro comportamento su facebook e come saremmo considerati se facessimo lo stesso nella realtà: cioè dei rompiscatole psicopatici

dario_campagna_psicopatici

Su facebook questo comportamento è diventato la norma, chi sa quando e se lo sarà mai nella realtàfb_realityNe riporto la traduzione:

Sto cercando di farmi degli amici al di fuori di Facebook applicando gli stessi princìpi.
Così ogni giorno scendo in strada e racconto ai passanti cosa ho mangiato, come mi sento in quel momento, cos’ho fatto la notte prima, cosa farò dopo e con chi.
Gli do le foto della mia famiglia, del mio cane, di me mentre faccio giardinaggio, sistemo il garage, annaffio il prato, sto di fronte ai monumenti, guido in città, mangio e faccio cose che tutti fanno ogni giorno.
Ascolto anche le loro conversazioni, gli do la mia approvazione e dico che mi piacciono. Proprio come su Facebook.
E funziona! Ho già quattro persone che mi seguono: due poliziotti, un investigatore privato e uno psichiatra

Ovviamento il tempo passa e molte cose nuove vengono capite. Il filosofo Luciano Floridi nel suo ultimo libro “La quarta rivoluzione” scrive :

I confini tra la vita online e quella offline tendono a sparire e siamo ormai connessi gli uni con gli altri senza soluzione di continuità, diventando progressivamente parte integrante di un’“infosfera” globale. Questo passaggio epocale rappresenta niente meno che una quarta rivoluzione, dopo quelle di Copernico, Darwin e Freud.

Ultimo aggiornamento: 31-01-2017

In un articolo di Simon Kuper per il Financial Times si parla della complessità sociale e economica del quartiere Etats-Unis di Lione (e da Lione l’estende a tutta l’Europa), generata dalla presenza di diverse etnie di immigrati e dagli operai impoveriti dalla chiusura delle fabbriche, andate via.
Nell’articolo si legge anche dalla differenza generazionale tra giovani e vecchi, differenza aumentata non solo dall’età ma anche dalla tecnologia, e cita quest’esempio:

Lombard (una burattinaia sessantene) mi racconta un aneddoto sul fornaio francese del piano di sotto. E’ un tipo all’antica che si alza alle tre di notte per fare il vero pane francese, e il profumo dei suoi meravigliosi croissant si diffonde in tutto il palazzo. Una notte un giovane immigrato ha bussato alla porta della panetteria e gli ha chiesto: “Mi fai un panino?”. Il fornaio ha risposto: “Il mio pane non è ancora lievitato”. Il ragazzo è rimasto sbigottito: “Ma non sei un fornaio?” ha detto. La sua reazione ha sopreso Lombard, ma Tsimba (un giovane immagrato Angolano) l’ha capita benissimo: “Se fosse stata un’applicazione, il pane sarebbe stato pronto in un secondo“.

Ovviamente una persona di una certà età non avrebbe dato quella risposta, sa che per fare una pagnotta di pane ci vogliono ore.

Io, qui, vorrei generalizzare questo discorso: per tutti fare qualsiasi azione, da fare il pane a un disegno, è un’operazione semplice e immediata, vista dall’esterno ovviamente.
Non so se pensano questo per pigrizia intelletuale

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Makkox e Zerocalcare

o perchè si tende a semplificare tutto quello che fanno gli altri

Makkox su Zerocalcare
Makkox su Zerocalcare

o perchè pensano che il mondo sia davvero una App…

La dichiarazione dei diritti di Internet, gli articoli scientifici e lo sviluppo

Ultimo aggiornamento: 13-04-2017

Dopo un anno di lavoro la Commissione per i diritti e i doveri relativi ad Internet ha prodotto la Dichiarazione dei Diritti in Internet:

E’ la prima volta che in Italia si istituisce in sede parlamentare una Commissione di studio su questi temi. L’idea nasce dalla consapevolezza che considerare Internet uno dei vari media è riduttivo e improprio. Internet è molto di più: è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza.

Leggendo il documento si nota come la Commissione abbia riconosciuto il fatto che con Internet sono cambiati i mezzi per produrre e utilizzare la conoscenza e che Internet è diventato uno spazio economico che ha velocizzato l’innovazione.
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INFORMATICA. Arrivano i Pc da 50 euro: perché non utilizzarli nelle scuole?

Questo è un mio articolo pubblicato per MandamentoNotizie, un giornale locale.

Negli ultimi anni si stanno diffondendo sempre più computer a basso prezzo, che hanno il nome di Arduino, Beaglebone, Raspberry,ecc. e che hanno un costo minimo, intorno ai 50€, neanche un telefonino.

Questi computer vengono utilizzati tra gli appassionati, le università e le aziende  per sviluppare il cosiddetto IoT (Internet of Thing, in italiano: internet delle cose), ma possono essere utilizzati anche per altro.

L’UNICEF in Libano, nei campi dei rifugiati siriani, organizza corsi dove i ragazzini utilizzano questi piccoli computer per imparare scienza, matematica e le basi dell’utilizzo dei computer. Io direi che è anche un bel modo per distrarsi dagli orrori della guerra.

Dato che questi computer costano poco, perché non iniziamo ad usarli anche nelle nostre scuole? Non dico un computer a bambino, so che i fondi che ci sono, sono destinati ad altro e poi per fortuna iniziano a diffondersi dei  corsi organizzati da volontari: i coderdojo. Io dico, iniziamo almeno ad usarli al posto dei vecchi video-registratori o dei  lettori DVD.

Immaginate una maestra che vuol far vedere un video ai suoi alunni, potrà subito farlo: basta attaccare la penna, poi collegare la Tv e via. Oppure potrà utilizzarlo per rendere la lezione più interattiva e quindi più interessante per i ragazzi, facendo vedere dei disegni, dei dipinti o per far ascoltare della musica… Le opzioni sono molte, basta la fantasia.

AAA Portieri cercasi

Ultimo aggiornamento: 30-04-2015

Questo è un mio breve testo, spero per voi divertente, che ho scritto per gli amici di Extravesuviana.

Negli ultimi anni, almeno io l’ho notato negli ultimi due, c’è una carenza di una “cosa” molto importante per il benessere e la quotidianità della periferia circumvesuviana: la carenza di portieri per le partite di calcetto e calciotto.

Ne parlo perché sono un diretto interessato dato che ogni settimana mi arrivano decine di messaggi, del tipo:
• “Venerdì sei dei nostri?”;
• “Sabato alle 3, ci sei?”;
• “Lunedì alle 9, vieni?”-“Devo giocare già alle 8”-“Embè! Fai il portiere,ti stanchi pure?”
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